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82 primo periodo.

Tra le brillanti qualità del generale Bento Gonçales molti notavano il difetto di risolutezza, origine dei disastrosi insuccessi delle sue operazioni, ed avrebbero creduto meglio, una volta impegnata una brigata di fanteria sproporzionatamente debole a petto d’un nemico sì numeroso (cioè uno contro sei almeno), che si avesse dovuto completare l’attacco, lanciandovi la prima brigata e quanta cavalleria armata di carabine trovavasi nell’esercito nostro. Io giudico nello stesso modo: che cioè, quando si sta iniziando un attacco, vi si deve ponderatamente riflettere; ma una volta deciso, vi si deve impegnare ogni forza disponibile, sino alle ultime riserve. A meno che non sia una ricognizione, cioè attaccare il nemico, fingendo d’impiegarvi tutte le forze, e quando riconosciuto, o riconosciute le sue posizioni ed il suo numero, obbligandolo di metterlo in evidenza, ripigliar allora le proprie posizioni. In tal caso da parte nostra abbiamo eseguito una semplice ricognizione, ma bisogna star sempre pronti a respingere un attacco vero del nemico.

Un attacco generale poteva veramente darci una brillante vittoria, se facendo perder piede al nemico lo precitavamo nel fiume. Egli certamente trovavasi in condizione di timore per l’atto d’esser da noi perseguita nella sua ritirata, e forse non difettava di probabilità di riuscita il lanciar tutte le forze all’assalto. Il generale in capo credè bene di non avventurare una generale battaglia, e la totalità d’una fanteria unica che possedeva la Repubblica. Egli senza dubbio si pentì di non aver dato battaglia il giorno antecedente, in cui.i suoi militi, tutti in campo aperto, avrebbero operato miracoli. Il fatto sta che una vera perdita fu quel conflitto per noi, non avendo come supplire alla perdita di circa la metà de’ nostri prodi fanti, quando per il nemico la perdita di cinquecento uomini di fanteria era insignificante.

Il nemico rimase sulla sponda destra del Taquary e perciò quasi totalmente padrone della campagna. Noi