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80 primo periodo.

pata esitò nell’attacco anteriormente divisato, fece ripassare i due battaglioni, e dall’offensiva che aveva mostrato sin lì, passò alla difensiva.

Il generale Calderon fu ucciso in una ricognizione; quello fu forse uno dei motivi dell’irresoluzione di Giorgio. Non attaccandoci, noi dovevamo attaccarlo. Tale era l’opinione di molti. Ma avremmo ben fatto? Attaccati nelle superiori posizioni del Piñheiriño, eravi molta probabilità di vittoria; ma lasciandole per incalzare il nemico, bisognava traversare il letto del torrente, alquanto scabroso benché asciutto; oltreché la superiorità numerica del nemico non era poca: esso con artiglieria, noi senza un solo pezzo. Infine non si combattè, e si stette l’intiero giorno in presenza con piccole scaramuccie.

È uno dei vizi delle posizioni troppo forti e sovente anche del comodo delle piazze di guerra, che fanno propendere al riposo ed all’inazione, quando si potrebbe trar molto vantaggio dalla risoluzione d’una battaglia. Infiniti sono gli esempi che si potrebbero addurre in appoggio di tale ragione, ed è da deplorare l’avviso dei mastri di guerra italiani (1872), che vogliono seminare la penisola di fortezze per la paura d’armare due milioni di cittadini, ed inviare i preti alle bonifiche delle Paludi Pontine.

Nel nostro campo scarseggiava la carne, e massime la fanteria era famelica. Più insopportabile era la sete, non trovandosi acqua nei siti da noi occupati. Ma quella gente era fatta alla vita di privazioni, e non udivasi senonchè il lamento di non combattere. Concittadini miei! il giorno in cui voi sarete uniti (un po’ lontano sventuratamente) e sobri come i figli del continente, lo straniero non calpesterà il vostro suolo, non contaminerà i vostri talami: l’Italia avrà ripreso il suo posto tra le prime nazioni del mondo!

Nella notte il vecchio generale Giorgio era sparito, e nella mattina non scorgevasi il nemico da nessuna parte, e per motivo della nebbia, sino verso le dieci an-