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78 primo periodo.

scenzio, l’ala destra comandata dal generale Netto, e la sinistra dal generale Canabarro. Ambe le ali erano composte di pura cavalleria, e senza esagerazione, della migliore del mondo, abbenchè farrapa.1 La nostra fanteria, composta in totalità d’uomini di colore, meno gli ufficiali, era pure eccellente, e la brama di combattere generale. Il colonnello Joan Antonio formava la riserva con un corpo di cavalleria.

Il nemico avea quattromila fanti, tremila di cavalleria ed alcuni pezzi d’artiglieria. Egli avea preso posizione dall’altra parte del letto d’un piccolo torrente che divideva i due eserciti, ed il suo contegno non era disprezzevole. Eranvi le migliori truppe dell’impero, ed il vecchio generale Giorgio che le comandava era tenuto per il più capace.

Il generale nemico aveva sino a quel punto marciato arditamente su di noi, e già avea preso tutte le disposizioni per un attacco in regola. Egli avea fatto passare il letto asciutto del torrente da due battaglioni di fanteria, che formaron quadrato subito passati. Due pezzi, collocati in posizione vantaggiosa sull’altra sponda, fulminavano le nostre catene di cavalleria ed i loro sostegni.

Già i valorosi della prima brigata di cavalleria, agli ordini del generale Netto, avevano sguainata la sciabola, e non aspettavano che il suono di carica per lanciarsi sui due battaglioni passati. Codesti bellicosi figli del Continente avevan la coscienza della vittoria. Netto e loro non erano mai stati battuti.

La fanteria nostra con bandiere spiegate, scaglionata per divisioni sul più alto della collina, e coperta dal ciglione di quella, fremeva di combattere. Già i terribili lancieri di Canabarro, tutti liberti e tutti domatori di cavalli, avean fatto un movimento avanti, avviluppando il fianco destro del nemico, obbligato per ciò di far fronte anche a destra e disordinatamente.


  1. Gli Imperiali chiamavano farrapos (cenciosi) i Repnbblicani e questi caramurù gli altri (uomini di fuoco, nel dialetto indigeno).