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60 primo periodo.

Il nemico era impegnatissimo contro il Rio Pardo, e varie volte, nel vederlo approssimar molto, io m’aspettavo ad un abbordaggio, e noi eravamo pronti a tutto, meno che a cedere. Infine, dopo varie ore di accanito combattimento, a nostra gran sorpresa, egli ritirossi. Si disse poi esser il motivo della ritirata del nemico la morte del comandante della Bella Americana (uno dei legni nemici di maggior forza).

Noi passammo il resto della giornata a seppellire i morti e racconciare i danni importanti, sofferti dal povero Rio Pardo.

Nei giorno seguente, il nemico si mantenne lontano da noi, a prepararsi per una nuova pugna. Quindi più tardi, protetti dall’oscurità della notte, salpammo per la Laguna, avendo bonacciato il vento da mezzogiorno.

Di prima notte avevamo silenziosamente imbarcato il cannone che s’era posto sulla costa, e quando il nemico s’accorse della nostra partenza, noi eravamo alquanto avanzati, e solo nella mattina del giorno seguente ci raggiunse, e sparò alcune cannonate senza colpirci.

Noi entrammo nella Laguna di Santa Caterina festeggiati dai nostri, che si stupivano come avessimo potuto scampare da un nemico tanto più forte di noi.


Capitolo XX.

Ritirata.


Altre faccende, e ben serie, ci aspettavano alla Laguna. L’avanzarsi dei nemici, grossissimi per terra, ed il contegno prepotente con cui si eran trattati i Caterinensi, spinsero alcune popolazioni a sollevarsi contro la Repubblica, e fra gli altri il paese di Imiriù, situato al fondo del lago verso libeccio.

Il generale Canabarro mi diede l’esoso incarico di sottomettere quel paese, e per gastigo saccheggiarlo.