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capitolo decimonono. | 57 |
cui si diede il nome del naufrago) da me comandato, la Cassapara comandata da Grigg, ambe golette, ed il Seival, lancione portato in carro dalla laguna dos Patos,1 e comandato dall’italiano Lorenzo.
La foce della Laguna di Santa Caterina era bloccata da legni da guerra imperiali. Uscimmo di notte, non se n’accorsero, e dirigemmo la corsa verso tramontana.
Giunti all’altura di Santos, incontrammo una corvetta imperiale che ci perseguì invano, per due giorni. I bastimenti da guerra brasiliani erano certamente men bene comandati, che non lo furono nella loro campagna contro il Paraguay; e certo, con un comandante capace, i poveri piccoli tre legni della Repubblica sarebbero stati frantumati in poche ore, avendo noi in tutto tre piccoli pezzi, uno per barco; due del calibro da 9 ed uno da 12, mentre la corvetta aveva venti grandi pezzi in batteria coperta, ed era una vera nave da guerra.
Nel primo giorno, la minacciammo d’abbordaggio, e dopo molto cannoneggiamento prese il largo e ci lasciò padroni delle acque. Nel secondo giorno, avendo noi avvicinato la costa pili del primo, un forte nembo da scirocco mise fine al simulacro d’un combattimento, che per esser combattuto a troppa distanza con il mare grosso, finì per non dar nessun risultato.
Dopo i due fatti narrati approdammo nell’isola do Abrigo, ove si presero due sumache (nome che danno i Brasiliani ad una specie di brigantino goletta) cariche di riso. Proseguimmo il corso e facemmo altre prese, tra cui una sumaca che era stata predata prima da Grigg e presidiata con pochi uomini suoi, i Squali furono assaliti dall’equipaggio brasiliano, e legati per esser condotti prigionieri ai nemici. Fu vera sorte per quei nostri di cader sotto la nostra prora.
- ↑ I tre nomi dei piccoli legni da guerra provenivano da località ove i Repubblicani furono vittoriosi.