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capitolo decimottavo. 55

credevo inadeguato per troppa indipendenza d’indole e propensione a carriera avventurosa. Aver una donna, dei figli, sembravami cosa intieramente disdicevole a chi s’era consacrato assolutamente ad un principio, che, per quanto eccellente, non mi avrebbe permesso, propugnandolo col fervore di cui mi sentivo capace, la quiete e stabilità necessarie ad un padre di famiglia. Il destino decise in altro modo. Colla perdita di Luigi, Edoardo e degli altri miei conterranei, ero rimasto in un desolante isolamento; sembravami esser solo nel mondo. Nessuno più scorgevo dei tanti amici che quasi mi tenevan luogo di patria, in quelle lontane regioni. Nessuna intimità coi miei nuovi compagni che appena conoscevo, e non un amico di cui ho sempre sentito il bisogno nella mia vita. Il cambio di condizione poi erasi attuato in un modo sì inaspettato ed orribile ch’io n’era rimasto profondamente colpito. Rossetti, che unico avrebbe potuto riempir il vuoto del mio cuore, era lontano, occupato nel governo del nuovo stato repubblicano; mi era impossibile quindi goderne il fraterno consorzio. Infine avevo bisogno d’un essere umano che mi amasse subito! Averlo vicino; senza di cui insopportabile mi diventava l’esistenza. Benché non vecchio, io conoscevo abbastanza gli uomini per sapere quanto abbisogna per trovare un vero amico. Una donna! sì una donna! giacché sempre la considerai la più perfetta delle creature; e, checché ne dicano, infinitamente più facile di trovare un cuore amante fra esse.

Io passeggiavo sul cassero della Itaparica ravvolgendomi nei miei tetri pensieri, e dopo ragionamenti d’ogni specie conchiusi finalmente di cercarmi una donna, per trarmi da una noiosa ed insopportabile condizione.

Gettai a caso lo sguardo verso le abitazioni della Barra, così si chiamava una collina piuttosto alta all’entrata della Laguna, nella parte meridionale, e sulla quale scorgevansi alcune semplici e pittoresche abitazioni. Là coll’aiuto del cannocchiale che abitualmente tenevo alla mano, quando, sul cassero d’una nave, sco-