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capitolo sesto. | 17 |
stessa, mi si presentò supplichevole e mi offrì in una scatola tre preziosi brillanti. Io glieli rifiutai, siccome ordinai non si toccasse agli effetti individuali dell’equipaggio e passeggieri.
Tale contegno io serbai in ogni simile circostanza, ed i miei ordini non furono mai trasgrediti; sicuri, senza dubbio, i miei subordinati, ch’io ero disposto a non transigere su tale materia.
Furono sbarcati passeggieri ed equipaggio, a tramontana della punta d’Itapekoroïa, dando loro la lancia della Luisa (nome della sumaca), e permettendo loro d’imbarcare, oltre le proprie suppellettili, ogni vivere di loro piacimento.
Navigammo a mezzogiorno, e giungemmo dopo alcuni giorni nel porto di Maldonado, ove le buone accoglienze delle autorità e della popolazione ci furono di buon augurio.
Maldonado, all’entrata settentrionale del Rio de la Plata, è importante per la sua posizione e per il porto mediocremente buono. Vi trovammo una nave francese destinata alla pesca della balena, e vi passammo, da corsari, festosamente alcuni giorni.
Rossetti partì per Montevideo onde regolare le cose nostre. Io rimasi colla sumaca circa otto giorni, dopo di che l’orizzonte nostro cominciò ad offuscarsi, e tragicamente potea terminare l’affare nostro, se men buono fosse stato il capo politico di Maldonado, ed io men fortunato.
Fui avvertito dallo stesso che non solo (a rovescio delle mie istruzioni) la bandiera riograndense non era riconosciuta, ma che giunto era per me e per il bastimento un solenne ordine d’arresto. Eccomi obbligato di mettere alla vela con un temporale da greco, e dirigermi per l’interno del fiume della Plata quasi senza destino, poichè appena avevo avuto tempo di manifestare ad un conoscente, che mi dirigerei verso la punta di Jesus Maria nelle barrancas1 di San Gregorio, al
- ↑ Barrancas, rupi, in francese falaise.