Pagina:Garibaldi - Memorie autobiografiche.djvu/27


CAPITOLO QUINTO. 15

siglia per il Bey, quindi da Marsiglia a Rio Janeiro col Nautonier, brigantino di Nantes, capitano Beauregard.

Nel mio ultimo soggiorno in Marsiglia ov’ero ritornato da Tunisi con un barco da guerra tunisino, ferveva in quella città il colèra, facendo strage grandissima. Eransi istituite delle ambulanze in cui si presentavano volonterosi ad offrire servigi. Io diedi il mio nome ad una di quelle, e nei pochi giorni che rimasi in Marsiglia passai parte delle notti custodendo colerici.


Capitolo V.

Rossetti.

Giunto a Rio Janeiro non ebbi molto tempo ad impiegare per trovare amici. Rossetti, che non avevo mai veduto, ma che avrei distinto in qualunque moltitudine per quell’attrazione reciproca e benevola della simpatia, m’incontrò al Largo do Passo.

Gli occhi nostri s’incontrarono, e non sembrò per la prima volta, com’era realmente. Ci sorridemmo reciprocamente, e fummo fratelli per la vita, per la vita inseparabili.

Non sarà questa una delle tante emanazioni di quell’intelligenza infinita, che può probabilmente animare lo spazio, i mondi e gl’insetti che brulicano sulle loro superficie? Perchè devo io privarmi della voluttà gentile che mi bea, pensando alla corrispondenza degli affetti materni rientrati nell’infinita sorgente da dove scaturirono, ed a quelli del mio carissimo Rossetti?

Io ho descritto altrove l’amorevolezza di quella bell’anima. E morrò forse privo del contento di posare un sasso sulla terra americana, nel sito ove giacciono l’ossa del generosissimo fra i caldi amatori della nostra bella e povera patria. Nel camposanto di Viamâo1 de-

  1. Viamâo, villaggio fuori di Porto Alegre a poche miglia nella provincia del Rio Grande del Sud, I Repubblicani avean chiamato quel villaggio Settembrina, in onoro d’una vittoria in settembre.