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2 PREFAZIONE ALLE MIE MEMORIE.


rancore contro chi m’offese, io ho cercato di placare il mio risentimento, pria di parlare dell’offesa e dell’offensore.

In ogni mio scritto, io ho sempre attaccato il pretismo più particolarmente, perché in esso ho sempre creduto trovare il puntello d’ogni despotismo, d’ogni vizio, d’ogni corruzione.

Il prete è la personificazione della menzogna, il mentitore è ladro, il ladro è assassino, e potrei trovare al prete una serie d’infami corollari.

Molta gente, ed io con questa, ci figuriamo di poter sanare il mondo dalla lebbra pretina coll’istruzione. Ma non sono istruiti gli uomini del privilegio governanti il mondo, che lo mantengono lupanare?

«Libertà per tutti,» si vocifera nel mondo, e si osserva tale massima anche tra i popoli meglio governati. Quindi libertà per i ladri, per gli assassini, le zanzare, le vipere, i preti! E cotesta ultima nera genia, gramigna contagiosa dell’umanità, cariatide dei troni, puzzolente ancora di carne umana bruciata ove signoreggia la tirannide, si siede fra i servi e conta nella loro affamata turba. Ma nei paesi liberi, essa presume a libertà, e non vuol altro; non protezione fuori della legge, non sussidii, la libertà basta al rettile; dei cretini e delle beghine non difetta il mondo; dei birbanti interessati al cretinismo ed alle superstizioni delle masse v’è sempre abbondanza!

Sarò accusato di pessimismo; ma mi perdoni chi ha la pazienza di leggermi: oggi entro ne’ miei sessantacinque anni, ed avendo creduto per la maggior parte della mia vita ad un miglioramento umano, sono amareggiato nel veder tanti malanni e tanta corruzione in questo sedicente secolo civile.

Non essendo un fior di memoria, ho forse dimenticato di nominare alcuni uomini cari e meritevoli.

Fra i chirurghi che da Montevideo a Dijon divisero meco le fatiche delle campagne militari, io ricorderò i seguenti: Odicini, chirurgo della legione di Montevideo,