Pagina:Garibaldi - Memorie autobiografiche.djvu/125


capitolo trentesimosecondo. 113

combettero i nostri, cioè tre popoli combattenti per i sacri loro diritti contro un tiranno.

Io non commenterò le cause di quella sventura, perchè troppe e lunghe a descriversi. Sicuramente però le discordie fomentate dall’ambizione ed egoismo di pochi aspiranti precipitarono in sciagure immense, ed offrirono inermi all’esterminio dell’implacabile vincitore popolazioni intiere e generose! Successe all’Italia più tardi, quello che succedeva allora alle provincie del Plata, e per gli stessi elementi scaturiti dall’inferno.

In San Francisco ove trovai il generale Aguiar, rimasto per motivi di salute, soggiornai poco, ed ebbi presto l’ordine da quel generale di recarmi al passo di Vissillac con tutte le forze disponibili, aggiungendomi alcune centinaia di militi chiamati aguerridos, capitanati dal colonnello Guerra, per cooperare all’azione dell’esercito nostro. Giunsi coi legni a Vissillac, e vi trovai alcuni avanzi dell’esercito, cioè del materiale, ma nè un solo individuo. Mandai alcuni esploratori a battere il campo, niente! Era il fatale giorno 6 decembre: sino all’ultimo uomo, tutti erano stati chiamati alla battaglia che si decideva a diciotto miglia di distanza sulle sponde dell’Arroyo Grande.

Vi è qualche cosa, oltre l’intelligenza, nell’essere nostro che non si sa discernere, non si sa spiegare, ma esiste, ed i suoi effetti benchè confusi sono un vaticinio, intendasi come si vuole tale parola. Un vaticinio che vi reca contento od amarezza. Forse quella scintilla infinitesima, emanata dall’Infinito, e che risiede nella misera nostro scorza, ma immortale come l’Infinito, pressente oltre il contatto dei nostri sensi, ed oltre la portata della nostra vista. Nulla si scorgeva in quelle deserte campagne, quel giorno però aveva alquanto di solenne, di tetro, di desolato! come il cuore di coloro che spiravano o languivano sul campo di battaglia, calpestati dal soldato insolente! dall’ugne del destriero del vincitore, giubilante per i patimenti, per le torture, per la morte del vinto! Gloria! Eroismo! Vittoria! si