Pagina:Garibaldi - Memorie autobiografiche.djvu/113


capitolo trentesimo. 101

gnizioni del fiume, ma le taceva per timore. La mia sciabola spianò bentosto le difficoltà, ed avemmo un pratico.

Il vento favorevole ci portò nella notte nelle vicinanze di San Nicolas, primo paese argentino che s’incontra sulla sponda destra del fiume. Eranvi alcuni legni mercantili; noi avevamo bisogno di trasporti e di pratici: una spedizione notturna coi palischermi ci procurò una cosa e l’altra.

Eravamo obbligati ad usar di prepotenza: la posizione nostra delicata lo esigeva. Un Antonio, austriaco che da molto tempo navigava nel Paranà, cadde fra i prigionieri e ci rese importanti servigi nel viaggio.

Procedendo verso la parte superiore del fiume non avemmo ostacoli sino alla Bajada, capitale della provincia d’Entre-Rios, ove trovavasi l’esercito d’Ourives.

Operammo nel transito alcuni sbarchi per acquistare carne fresca d’animali bovini, che ci venivano contrastati dagli abitanti e dalle truppe di cavalleria vigilanti la costa. Alcuni parziali combattimenti avevano luogo per tal motivo con vantaggio e perdite alternativamente. In una di quelle pugne ebbi la sensibilissima perdita dell’ufficiale italiano Vallerga da Loano, giovine di sorprendente valore e d’un genio che prometteva assaissimo. Egli era profondo matematico. Un’altra croce. sulle ossa d’un figlio della sventurata nostra terra, perduto per una causa giusta, è vero, ma che come tanti altri sperava di poter dare la vita al suo paese.

Alla Bajada, ove Ourives avea il suo quartier generale, trovammo formidabili preparativi per riceverci. Ivi affrontammo un combattimento, le di cui apparenze sul principio mostravano dover dare più importanti risultati, ma il vento favorevole e la distanza in cui potemmo passare dalle batterie nemiche ci lasciarono sfuggire anche in questa circostanza a pericoli che potevano esser assai più dannosi. Vi fu un forte cannoneggiamento d’ambe le parti con perdite insignificanti.

A las Conchas, alcune miglia sopra la Bajada, ope-