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98 | primo periodo. |
Trovavasi la Repubblica orientale dell’Uruguay, così chiamata per trovarsi veramente sulla sinistra sponda di detto fiume, e di cui Montevideo è capitale; trovavasi, dico, come la maggior parte delle repubbliche dell’ America meridionale, in quello stato di guerra civile la di cui quasi perenne durata forma il maggior inciampo al progresso di cui è suscettibile cotesta splendida parte del mondo, certo non seconda a nessun’altra per ogni naturale ricchezza. E la cagione delle intestine discordie era allora la pretensione alla presidenza della Repubblica dei due generali Fruttuoso Ribera e Manuel Ourives.
Ribera, più felice da principio, pervenne, dopo varie vittorie, a cacciare Ourives, e s’impadronì del potere occupato da quello. L’altro cacciato si rifuggì a Buenos-Ayres, ove Rosas lo accolse assieme agli emigrati orientali e se ne servì contro i propri nemici, capitanati allora dal generale Lavalle, i quali nemici chiamavansi Unitari, mentre il partito di Rosas era chiamato Federale. Vinto Lavalle, il feroce ex-presidente di Montevideo si accinse a riacquistare la perduta potestà del suo paese, e Rosas trovava in ciò la più dilettevole lusinga alle sue mire, cioè la finale distruzione degli Unitari, suoi mortali nemici, il di cui ultimo ricovero era Montevideo, e di più l’abbassamento d’una repubblica vicina e rivale che disputava all’altra la supremazia dell’immenso fiume, spingendo in seno della stessa i più accaniti e formidabili elementi di tremenda guerra civile.
Al tempo della mia partenza da Montevideo, ed entrata nel fiume, trovavasi l’esercito orientale in San José dell’Uruguay, e quello d’Ourives a Bajada, capitale della provincia d’Entre-Rios, preparandosi entrambi ad una decisiva battaglia.
L’esercito correntino disponevasi ad unirsi all’orientale, ed io dovevo rimontare il Paranà sino a Corrientes, percorrere uno spazio di più di seicento miglia tra due sponde nemiche, ove non avrei potuto approdare senonchè nelle isole e nelle coste deserte.