Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/96

72 i mille


del decoro, del martirio, della dignità umana scaturiscono dalla folla di quella moltitudine corrotta che serve di piedestallo alla menzogna ed alla tirannide — e qualche volta la dominano e la guidano verso il bene — ma spesso vi rimangono travolti, superchiati, sinchè i cilicii e le battiture la riconducono ancora sulla via tracciata dai liberatori.

Ogni provincia possiede alcuno dei prototipi della nobile Legione — e l’Italia ne può andar orgogliosa. — Essa mai è meno dei Mille, ma il giorno in cui la gioventù italiana capisca, quanto sia grande il titolo di militi di quella incomparabile Legione — in quel giorno: Addio menzogna e tirannide. — La libertà riscalderà, vivificandola, questa terra delle grandi glorie, e delle grandi sventure!

Era la mezzanotte, quando Cozzo, dopo di aver riunito i cinquanta coraggiosi figli di Palermo, marciava risoluto all’assalto di Castellamare, presidiato da cinquecento uomini — da molta artiglieria — e colla parte del mare protetta dalla flotta borbonica, schierata a poca distanza.

I Borbonici apprezzavano giustamente la posizione di Castellamare — sia per la facilità di poter sbarcare al sicuro ogni specie di sussidio d’uomini, armi e vettovaglie — sia per facilitare la ritirata delle guarnigioni di Palermo sulla base dell’imponente flotta.

E perciò mantenevano quel propugnacolo della loro tirannide, molto provvisto dei migliori sol-