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CAPITOLO XV.
IL TENTATORE.
Les prétres ne sont pas ce qu'un vain peuple pense. |
Quando le scritture — che gli stupidi ed i furbi chiamano sante o sacre — collocarono allato della coppia primitiva il serpente per tentare la prima debole donna, esse avrebbero dovuto a tante invenzioni aggiungere l’invenzione d’un prete invece del rettile, essendo il prete il vero rappresentante della malizia e della menzogna — più atto assai alla corruzione e al tradimento che non lo schifoso e strisciante abitatore delle paludi.
E qui mi pongo ancora la mano sull’immane piaga! Un prete! e di più un gesuita — il sublimato del prete — mi si presenta, con mio ribrezzo in tutta la laidezza della sua natura per nausearmi — rabbrividirmi — e per nauseare coloro che avranno la sofferenza di leggermi!
Il sole del 26 maggio nascondevasi dietro i pittoreschi monti che circondano la Conca d’oro a ponente, fosco, rossiccio, come se macchiato di sangue — e col crepuscolo d’un giorno infocato cominciavano a vedersi, nelle pubbliche passeg-