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capitolo vii 31


avevano perduto nella mischia i loro fez (bonetti) e turbanti; dimodoché una capigliatura d’oro ed una d’ebano avean per un momento svolazzato sull’altipiano del Pianto del Romani. — Esse indispettite d’essere state svelate, misero le ali ai piedi, e perseguirono disperatamente il nemico. — Le due coraggiose sarebbero forse giunte a Calatafimi la stessa sera, se P... e Nullo, l’eroe della Polonia — ferito in un piede, correndo sopra il sano solo — non le avessero fatte tornare indietro.

La sera di quel glorioso giorno, io stanco, mi riposavo nella vallata che divide Calatafimi dal Pianto dei Romani; quando P... presentossi a me con quelle due belle figure che tanto m’avean colpito nella giornata.

«Lina, mia sorella, mi disse, viene colla sua compagna Marzia, a chiedervi perdono, d’aver trasgredito l’ordine di non potersi imbarcare donne nella spedizione».

«Lina è dunque figlia delle belle valli lombarde», io risposi: non potendo decidermi ad un rimprovero, ed un poco sorpreso da tale visita; poi alquanto rinfrancato: «quando per una trasgressione si acquistano tali valorose come sono vostra sorella e la compagna, io, che non sono un modello d’ordine, posso bene accomodarmivi».

Un momento di silenzio seguì l’interessante colloquio, e vedendomi fiso al volto di Marzia, P... riprese: «Marzia è Romana, e non possiamo dirvi altro di essa, poiché ella stessa non ci ha fatto