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capitolo lxiv 401


Melara, Ramorino, Peralto, Carbonin, Daverio, Davide, Ceccarelli, Cavallotti, Settignani, Minuto, Pelizzari, i Cairoli, i Franchi, Oziel, Bronzetti, Debenedetti, Montanari, Schiaffino, Ciceruacchio. — Che nomi! dicevo tra me, e mi pavoneggiavo d’essere stato fratello d’armi di quello stuolo di prodi!

Sopra un altro lato della piramide scorgevansi i nomi non meno gloriosi di Ugo Bassi, Mosto, Ferraris, Perla, Imbriani, Rossetti, Rossi, Risso, Molinari, Taddei1, Tukery, Coccelli2 e tanti altri nomi di martiri che le venture generazioni pronuncieranno con orgoglio e rispetto!

Salendo la scala marmorea, che adorna al settentrione il palazzo dei Quattro Venti — scala famosa ove morì il prode dei prodi, il bolognese Masina alla testa d’un pugno dei più valorosi assaltando petto a petto i soldati del Buonaparte, già trincerati ed in gran numero nel palazzo — salendo quella scala, io mi trovai su d’un belvedere ove la vista spaziavasi meravigliosamente sulla vasta e deserta campagna romana.

Ma miracolo!... in un istante, invece delle micidiali paludi Pontine, presentavansi agli occhi miei magnifici campi coltivati che mi ricordavano la ubertosa e ben coltivata valle del Po coll’incantevole sua vegetazione.

  1. Taddei, brillante ufficiale dei Mille, morto poi alla battaglia di Custoza.
  2. Il tenente Coccelli venuto da Montevideo coi 73 nel 48. Uno dei più brillanti ufficiali di quella schiera.