Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/388

364 i mille


razione del suo cuore. Ma che poteva egli fare colle sue membra slogate? Appena poteva, sorretto da un infermiere, muoversi da una sedia all’altra; e così passava le sue ore, contemplando la giovane ferita, essere unico, che, per poco ancora, lo vincolava in questa valle di malanni.

L’esclamazione della contessa, però, così solenne, così straziante, sembrò galvanizzare quel corpo inerte. Egli rizzossi, e dal volto di Virginia, il suo sguardo portavasi sulle spalle nude della sua Marzia: fissossi in un punto della spalla destra della fanciulla, ove, sopra la cute d’una carnagione d’alabastro, scoprivasi un neo nero nero, proprio del colore della capigliatura.

«È lei! è lei!» esclamò il vecchio, volgendo lo sguardo da Marzia a Virginia; «è lei!» Egli solo aveva interpretato giustamente il grido doloroso della donna svenuta, — e cadeva nell’abituale torpore, rialzandosi però a tratti, come se avesse voluto iniziare una confessione importante alla stessa, — ed una lacrima finalmente bagnava quella guancia inaridita da tanto tempo dagli anni e dai patimenti.

Molto stette la contessa Virginia a ritornare in sensi; vi volle tutta la perizia del chirurgo, chiamato per trarla dallo svenimento, e tutte le cure gentili di Lina e delle compagne.

«Signora,» disse il medico alla più anziana delle donne che assistevano le inferme; e con un segno additò a lei di seguirlo. — Giunti a poca distanza, egli parlò sommessamente: «Bi-