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il sigaro e sdraiossi dopo sul letto per lui preparato. Non spogliossi totalmente, non per timore, ma per abitudine contratta in quei tempi grossi d’avvenimenti.

Toltisi però gli stivali dai piedi, ed assicuratosi al capezzale un revolwer e la sciabola, coricossi, e non tardò a prendere il sonno, stanco d’una giornata laboriosa.

Era circa la mezzanotte — ora che credo generalmente preferita dagli spiriti per eseguire le loro notturne peregrinazioni: — il colonnello russava, e credo in modo da essere inteso anche dagli spiriti che hanno l’udito fino.

Ad uno spirito armato di pugnale ed avvicinandosi a piedi scalzi ed adagio al dormente, futuro eroe di Bezzecca, non sarebbe forse stato difficile di troncargli la vita, e tale metodo sarebbe stato forse più gradito ai preti di quello adoperato per spaventare l’intemerato milite di tutte le battaglie italiane. Pare però, che i colpi arditi non fossero usati dagli spiriti del castello di Tora.

Il colonnello Chiassi, l’udito del quale era tanto fino quanto quello degli spiriti, udì in quell’ora un gran diavoleto di ululati, di rumori di catene — come quando i marinai a bordo delle navi si dispongono a dare fondo alle àncore — e tanti altri schiamazzi da assordare anche un campanaro.

Egli in silenzio, aspettò alcuna apparizione — giacchè lo schiamazzío si stava avvicinando. — E realmente, dopo poco, comparì un fantasma