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capitolo lix 357


di dietro, e lo ricondussero con più vigilanza di prima.

Il villaggio di Tora è dominato da un castello, residenza degli antichi signori del medio-evo; oggi palazzo municipale — ed è certamente il più importante edifizio del paese. Chiassi ed il suo stato maggiore l’occupavano prima dell’arrivo di Nullo; ma giunto costui con gran numero di feriti, negli spaziosi appartamenti del castello, vi si collocarono molti letti, e vi si poterono accomodare quasi tutti.

Un aneddoto curioso successe il primo giorno dell’arrivo di Chiassi in Tora. I preti, disperati di veder occupato il loro paese dagli eretici, inventarono la storia, che nel palazzo, di notte, vi si sentiva, cioè si udivano dei rumori soprannaturali, e si raccontava di più, che un sacrestano ch’ebbe l’ardire di volervi passare una notte, disparve, e non se ne seppero più notizie, probabilmente portato via dagli spiriti degli antichi signori del castello, che non tolleravano stranieri.

«Oh bella!» disse Chiassi al curioso annunzio «questa è prova che merita d’essere tentata, e la voglio tentare da solo».

Egli fece quindi preparare una stanza per lui solo, e da cena, la stessa sera, e pregò i suoi ufficiali di alloggiarsi per quella notte nell’osteria del paese.

Cenò il nostro Chiassi con quella pacatezza e con quel sangue freddo che tutti gli abbiamo conosciuto, anche nei maggiori pericoli; fumò