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capitolo lvi 327


Apennini, e che formava l’avanguardia colla sua centuria, lanciavasi come un capriolo, gridando: «in carica!» ciocchè eseguivano i militi, senza fare un tiro.

Si suppone certamente che i cafoni non aspettavano la tempesta dei liberi, e se la davano a gambe fuggendo precipitosamente e raccontando poi che sotto l’assisa della rossa camicia essi avevan scoperto la simbolica figura del demonio; — codardia che solleticava i chercuti, interessati a mantenere il popolo nell’ignoranza e nell’abbrutimento.

È certamente codesto il vero modo di rispondere alle imboscate: caricarle al primo indizio, se ne esce sempre meglio — e caricarle senza far fuoco, poichè commettendo l’imprudenza di tirare dallo scoperto, contro gente coperta, è sempre fatale.

A Sora l’affare fu più serio, essendo la forza nemica maggiore, ed essendosi questa fortificata a circa mezzo miglio dalla città in una stretta formidabile.

Gli esploratori nostri, però, avendo avvertito il capo che molta forza nemica nascondevasi dietro i ripari che si vedevano di fronte, Nullo pensò saviamente d’inviare un terzo della forza a girare il nemico per la sua sinistra — ciocchè fu eseguito, con grandissima difficoltà però, da P... colla sua centuria.

La prima centuria, comandata da Muzio, capo di stato-maggiore, ed all’ordine immediato del