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capitolo xlviii | 287 |
degli usciti dal campo di battaglia, me ne fece consapevole.
Se il nemico fosse stato informato di tale circostanza, stavamo freschi.
La situazione era delicata. Il nemico ingrossando sempre, oltre l’attacco di fronte verso Capua, avea tentato di assalire il nostro fianco destro passando il Volturno, e fummo obbligati di far testa dovunque.
Verso le 2 pomeridiane, supponendo vicine le riserve che aveva chiesto da Caserta al generale Sirtori, capo di stato maggiore, io avvisai il generale Medici della mia intenzione di raggiungerle per rinforzare la linea nostra. Non era però facile di eseguire il mio proposito, essendo la strada di comunicazione occupata dal nemico.
Comunque, mi decisi di fare un lungo giro, evitare il nemico, e felicemente giunsi in S. Maria dopo mezz’ora, e giunse contemporaneamente il primo convoglio per via ferrata, delle aspettate riserve.
A misura che arrivavano si facevan collocare in colonna d’attacco nella strada che conduce da S. Maria a S. Angelo; disposte nell’ordine del loro arrivo, per sezioni, il di cui fronte era eguale circa alla larghezza della via.
Anche qui accennerò alla efficacia delle riserve nei fatti di guerra d’ogni entità, ma massime nelle battaglie campali.
Le riserve, più numerose che possibile, e pos-