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capitolo xlviii 281


fesa; molta gente vi voleva per difenderne tutti gli accessi, e poi è dominata essa stessa dall’altissimo Tifate che la padroneggia, quando è quest’ultimo in mano del nemico, e che la isola dalle sue comunicazioni e sostegni indietro.

Maddaloni, posizione importantissima, e che dovevasi tenere con tutta la divisione Bixio, poiché passando il nemico nell’alto Volturno, e prendendo la via di Maddaloni per Napoli, sarebbe stato in poche ore nella capitale, lasciando l’esercito meridionale a destra sul Volturno Capuano.

Le riserve tenevansi in Caserta e non eran numerose certamente, dovendo occupare una linea più estesa.

Eravamo per di più obbligati di tenere alcuni corpi di concatenazione al fronte, per non permettere al nemico, più pratico assai di noi del paese, in cui avea un numero grande di fedeli, d’inoltrarsi tra le nostre ali.

Santa Maria, la più difettosa delle nostre posizioni, era stata occupata in ossequio di requisiti della popolazione, che avendo alcune velleità liberali alla ritirata del Borbone, ora tremava alla sola idea di rivedere i suoi antichi padroni.

Occupata S. Maria, bisognava occupare i siti a destra e sinistra che ne avrebbero facilitato l’ingresso, se in mano del nemico; dimodoché, ripeto, la nostra linea era difettosa, e consiglio ai miei giovani commilitoni, di non imitare la mia condiscendenza, quando si tratta d’una battaglia che può decidere delle sorti della nazione.


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