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gli altri propugnavano la causa santa del loro paese.
Da Annibale, vincitore delle superbe legioni di Roma, ai giorni nostri, le campagne Capuane non avevan certo veduto più fiero conflitto, ed il bifolco passando l’aratro in quelle ubertosissime zolle, urterà per molti secoli ancora nei teschi dalla rabbia umana seminati.
Tornato da Palermo, presi stanza a Caserta, e visitando ogni giorno Monte Sant’Angelo, da dove scorgevasi bene il campo dei nemici, a levante della città di Capua, e nei dintorni, dai loro movimenti sulla sponda destra del Volturno, che non potevan sfuggire al mio osservatorio del monte suddetto, e dalle loro disposizioni, io congetturai, essere i borbonici in preparativi d’una battaglia aggressiva. — Da parte nostra si fecero alcune opere di difesa a Maddaloni, a S. Angelo, e massime a S. Maria, alla sinistra nostra, e la più esposta per trovarsi in pianura, e senza ostacoli naturali.
La nostra linea di battaglia era difettosa; essa era troppo estesa da Maddaloni a S. Maria. — Il centro nemico che dovevasi considerare la sua massa più forte, era in Capua, da dove poteva sboccare a qualunque ora della notte, e sorprendere a circa tre miglia di distanza la nostra sinistra.
Sant’Angelo, centro della nostra linea, è posizione forte per natura, ma nella quale sarebbe stato necessario poter eseguire molte opere di di-