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242 | i mille |
Corvo al secondo comandante del forte, maggiore Fior di Bacco — non dubitate, fra giorni l’esercito di S. Maestà stanziato a Capua e sulla sponda destra del Volturno, ascenderà a circa cinquanta mila uomini delle migliori truppe del regno, e comandate da famigerati capi. E che potranno questi quattro pelati, che per far ridere presero il titolo di esercito meridionale e che si trovano senz’ordine e senza disciplina disseminati sull’immensa estensione di paese che da Napoli va a Maddaloni, e da questa a S. Maria e S. Angelo?».
«L’esercito nostro certamente farà a pezzi codeste masnade, ma fa d’uopo che nello stesso tempo, i leali difensori della religione e del trono prendano alle spalle questi scomunicati, acciò nessuno di loro possa fuggire alla giustizia di Dio!» (Che merli! È da notare sopratutto la veracità del vaticinio).
«Monsignore può assicurare S. M. che per parte mia farò il possibile pel maggior bene del reale servizio, e per la maggior gloria di Dio». (Stava fresca la maggior gloria di Dio, con messer Fior di Bacco! — se invece fosse stata la gloria d’un fiasco d’Orvieto, se ne poteva sperare ampio successo).
«Io procurerò di far introdurre qui, a notte scura, quanti leali servitori sarà possibile, acciocchè il forte S. Elmo si trovi in nostro potere all’apparizione delle prime truppe nostre vittoriose. Ciò mi riescirà tanto più facile, in quanto che