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«Essi combattono per liberarsi dalla dominazione d’un tiranno; per affratellarsi alla grande famiglia Italiana» .

E non trovaste il codardo pretesto — se la loro bandiera era più o meno rossa. — Anzi — Repubblicani veri — voi faceste non solo il sacrifizio della vita, ma delle convinzioni politiche vostre. Come Dante repubblicani — come lui diceste: «Facciam l’Italia anche col diavolo!»

E ben faceste, perchè ai dottrinarii che predican principii che non praticano, voi vittoriosamente potrete sempre rispondere: «Noi non conosciamo altri principii se non che i due, del bene e del male. — E per l’Italia sarà sempre principio del bene quello di volerla unificare. — Far il bene della patria è la nostra Repubblica» .

Voi cercaste il pericolo in soccorso di fratelli senza chiedere s’eran molti i nemici, se sufficiente il numero dei volenterosi — se bastanti i mezzi per l’impresa.

Voi accorreste sfidando gli elementi, i disagi, le privazioni, i pericoli con cui ne attraversavano la via nemici e sedicenti amici.

Invano il Borbone, con numeroso naviglio, stringeva in un cerchio di ferro la Trinacria, gloriosa, insofferente di giogo, e solcava in tutti i sensi il Tirreno, per profondarvi nei suoi abissi. Invano!

Vogate! Vogate pure Argonauti della libertà — là sull’estremo orizzonte di Ostro splende un astro, che non vi lascierà smarrire la via, che vi