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CAPITOLO XXXIX.

L’AMORE.

Che amore in Grecia nudo e nudo in Roma
D’un velo candidissimo adornando
Depose in grembo a Venere celeste.
 (Foscolo).


Sacerdotessa dell’amore! Immagine squisita dell’Infinito1 — se l’Infinito potesse avere un’immagine! Capo d’opera dell’umana famiglia ed educatrice che ingentilisce questa rozza creta! — e che sarebbe senza di te il mondo, o donna? il mondo sconoscente a tanta grandezza dell’essere tuo? E tu! sciagurata nella tua bellezza, o dominatrice? Ingrata alla prodiga di te innamorata natura — ti prostri ai piedi d’un rettile ed a lui sacrifichi patria, marito, figlio, e sovente diventi una prostituta negli amplessi avvelenati del tentatore! Tale, — o donna, — del prete!

E tale fu la contessa Virginia N... precipitata

  1. Ricordi il lettore che per Infinito io intendo lo spazio, lo universo, Dio, ecc. - Accenno, ma non insegno.