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libertà si serve generalmente per nuocere — il proletario, che più d’ogni altro ha bisogno di libertà, quando giunge a possederla, la prostituisce, oppure la trasforma in licenza.

Voi mi direte che foste ingannati, uomini del popolo, quando vi corruppero, quando vi fecero gridar: viva la morte! — e quando vi condussero a gettar nell’urna il vostro voto per un ladro, un servile, od un tiranno! Ma voi vi lasciaste condurre — perversi! Vi lasciaste ingannare con conoscimento di causa per aver una mercede, o per esser da un perverso protetti!

«Ma fu un sacerdote, il mio curato, un ministro di Dio che mi condusse all’urna». — Sì, e ci vuol molta matematica per conoscere che un prete è un impostore?

No, non vi è discolpa: per esser libero, bisogna esser onesto — meritare di esserlo, in poche parole!

Trascinato qualche volta da scetticismo o da misantropia, io maledirei d’esser nato, d’appartenere a questa famiglia di scimmie, sì poco degne di libertà! e che tanto libertà millanta anche quando incatenata per il collo! Ma considerando poi che sono anch’io della famiglia, che ho commesso degli errori anch’io, e che ho la mia dose di presunzione, per amor proprio sono alquanto più condiscendente cogli altri.

Comunque, difettoso come sono anch’io, non ho mancato di ascoltar la voce della ragione, e seguirne i dettami.