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156 | i mille |
nità della madre di Cristo, come voi credete a quella delle vostre Perpetue! E mangiar l’Ostia con dentro l’Infinito! Ah birbanti! voi non le credete queste fandonie colle quali infinocchiate le vecchie peccatrici, e gettate le nazioni nell’abbrutimento, nel servaggio, e nella sventura.
Voi non le credete, io lo so; ma nello stesso tempo voi potete scusarvi: chè in questo secolo di ladri, anche voi, avete trovato il modo di viver grassamente alle spalle delle carogne!
«Non fate ciò che io fo, ma fate quel che io dico». Ma bravi li miei preti! ecco una vera scuola di logica, di morale. A che diavolo serve l’esempio!
«Mortificatevi, digiunate, astenetevi» dite voi, per la maggior gloria di Dio! (bestemmie di cotesta impudente canaglia).
«Al prete, bocconi squisiti e vezzose donzelle». E non sono essi Ministri di Dio? — perchè dunque debbono essi privarsi delle dovizie del mondo, come voi altri cretini!
«Sì, la conversione di due Ebrei alla religione di Cristo» rispondeva un Romano ad un giovane d’aspetto marziale, e che dalla bionda capigliatura, sembrava appartenere alle provincie settentrionali della penisola.
«Sì, la conversione di due Ebrei» continuava il figlio di Roma — «e questi pretacci dondolano il nostro povero popolo con tali menzogne, e lo fan scordare del suo abbrutimento e del suo servaggio».