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capitolo xxxiii 155


Crittogama dell’uman genere! — Barattieri dei popoli! — A voi, che importano le sventure delle genti! — Predicatori d’immoralità, vantatori di un paradiso celeste con cui beffate il popolo, mentre ne avete costituito uno terrestre a spese ed a scorno suo, e mentre quell’inferno, di cui voi ridete, lo avete accatastato coi vostri roghi e le scelleraggini vostre, a pro degli infelici che hanno il torto di non bastonarvi.

Sì, preti! — era quella una solennissima festa, con cui le bugiarde vostre campane, le bugiarde vostre sinfonie, ed i bugiardi vostri apparati di stupendissimo lusso, cercavano di chiamare a voi le moltitudini ingannate e colpevoli di non volersi servire di quella religione colla quale natura adornò anche i più cretini. — Vi vuol poi, per Dio, molta scienza per capire che un prete è un impostore?

Quella festa, con cui si assordava il mondo, era la conversione del vecchio Elia e della sua Marzia, che dalla giudaica religione, generatrice del cristianesimo, dicevansi dover passare alla religione del Papa.

Due anime salvate! — Eh preti! — Gran festa! — Lo Spirito Santo richiesto dall’infallibile, ha toccato il cuore delle due smarrite pecore! — Ed esse, al cospetto del mondo devono abiurare la fede dei loro padri, ed aggregarsi alla vostra. — Eh preti! voi sapete che io so, non aver voi altra fede che nel ventre, e nella libidine! — Aggregarsi alla vostra fede, eh! — Credere alla vergi-