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capitolo xxv 121


milite sarà ogni uomo capace di portare le armi; non più volontari, ma la patria servita da chi vuole e da chi non vuole. — Ed i mercenarii stranieri debbono trattarsi quali assassini, non coi guanti bianchi, come si trattarono sinora.

Or son pochi giorni, il Re di Prussia rifiutò di ascoltare le insolenti proposte del tiranno della Francia e cacciò il suo inviato. Ciò, ed altri pretesti dell’imperatore francese, sono il motivo della guerra. - E se l’Italia avesse un uomo che tenesse alla dignità nazionale, egli dovrebbe, per cominciare a lavare tanti oltraggi di quel masnadiero, dovrebbe mandar in galera il suo rappresentante Malaret, che la fa da padrone a Firenze, ed accoppiarlo con uno dei primi malfattori.

Dunque, bisognava vincere a Melazzo — e sin dopo il meriggio, tutte le condizioni della battaglia erano in favore del nemico, ed i figli della libertà italiana, non solo non avevano avanzato un passo, ma avean perduto terreno all’ala sinistra.

«Procura di sostenerti come puoi» diceva uno al generale Medici che comandava nel centro «io raccolgo alcune frazioni dei nostri e cercherò di portarle sul fianco sinistro del nemico, per girarlo».

Quella risoluzione decise della giornata. — Il nemico, incalzato di fianco dietro ai suoi ripari, cominciò a piegare, si caricò e gli si tolse un cannone che ci aveva fatto molto danno. — Esso