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Mille e dai condottieri nobili delle otto famose compagnie, come pure dal capo delle guide, le quali primeggiavano fra i più coraggiosi1.

Quella schiera scelta tra i Mille, non contava il numero, le barricate ed i cannoni che i mercenari dei Borboni avevano assiepati fuori di porta Termini. — Essa tempestava e fugava al ponte dell’ammiraglio gli avamposti nemici, e proseguiva.

Le barricate di porta Termini furono superate volando — e le colonne dei Mille, e le squadre dei Picciotti calpestavano le calcagna della valorosa avanguardia, gareggiando d’eroismo.

Non valse una vigorosa resistenza dei nemici su tutti i punti, nè il fulminare delle artiglierie di terra e di mare, massimamente d’un battaglione di cacciatori indigeni2 collocato nel dominante convento di S. Antonino che ci fiancheggiava sulla nostra sinistra a mezzo tiro di carabina. — Nulla valse: la vittoria sorrise al coraggio ed alla giustizia, ed in poco tempo il centro di Palermo fu invaso dai militi della libertà italiana.

Trovandosi la popolazione della capitale della Sicilia completamente inerme, essa non poteva il primo giorno esporsi ai fuochi tremendi che

  1. Non potendo, com’è ben naturale, ricordare i nomi di coloro che fecero parte di quella sacra Legione, ho pensato d’introdurvi quei gloriosi martiri dei Mille che mi si presentano alla memoria, sebbene non tutti appartenenti a detta schiera.
  2. V’erano varii corpi stranieri.