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noscere dal birro che invase la cella, al rumore della lotta che vi era seguíta, questi lo aiutò a sollevarsi e lo accompagnò alla sponda del mare, ove il Monsignor — pezzo grosso — avea sempre un palischermo da guerra a sua disposizione.
Il settario di Loiola, per quanta poca pratica avesse delle cose militari, avea capito che un assalto era stato dato dalla parte di terra al castello, e conoscendo quanta importanza avea lo stesso, come veicolo, e protezione delle comunicazioni tra la flotta ed il quartier generale, corse immediatamente dall’ammiraglio, per prevenirlo del pericolo, e sollecitarlo a non abbandonare Castellamare.
Un avviso del Gesuita valeva un ordine, e ben lo sapeva il comandante della flotta; quindi tutte le compagnie di sbarco di tutti i bastimenti, furono con ogni celerità gettate sul forte per proteggere il presidio.
E ben era tempo! quando le prime barche da guerra approdavano, i fuggenti della guarnigione eran già affollati sul mare per precipitarsi, e tale confusione e trambusto succedeva tra questi mercenari, da far paura.
L’uomo di mare è un essere curioso: assuefatto a disprezzare il pericolo sull’onda, gli sembra che alacremente egli possa affrontar qualunque pericolo, e vi si getta il più delle volte con una gaiezza tutta sua, poi legato dal dovere tra quattro pareti di legno — a lui divenute monotone — egli è sempre contento d’esser