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il palazzo corsini | 81 |
— già lo sapite che per vedervi non ci verrei. Io son qui a chiedervi notizie d’una famiglia che m’interessa — della famiglia dello scultore Manlio.»
«Fu qui è vero. — ma se n’è andata» — rispose Procopio, rinvenuto dal primo stupore.
«È molto tempo che se n’è andata?» — chiese Giulia, con accento da cui trapelava la sua incredulità.
«Sono pochi momenti che le donne lasciarono queste stanze —» fu la risposta di Don Procopio.
«Saranno dunque a quest’ora fuori del palazzo.» — ripigliava la straniera. — Ed il prete «lo saranno» rispose colla certezza di mentire.
Giulia — con un gesto d’incredulità — troncava il dialogo e maestosamente ripigliava la sua via; appena salutando con un cenno del capo — l’eminente canaglia.
— Ha pure i suoi vizi — i suoi difetti la razza britannica. — E cosa v’è di perfetto nell’umana famiglia? Ma se v’è popolo ch’io mi compiaccia a paragonare ai nostri antichi padri di Roma — è certamente l’inglese.
Egoista e conquistatore come quelli — la