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il palazzo corsini | 77 |
Clelia la quale più d’ogni altro conservava il suo sangue freddo pensò subito. «Fuggito! dunque non è più nelle unghie di questi demonii!» ed un lampo di contentezza sfavillò sulla bella fronte della fanciulla che mormorò: — Fuggito!
«Sì fuggito» ripeteva il chercuto — indovinando l’effetto prodotto da quella parola sull’animo di Clelia, «però badate — niuno può fuggire dalla spada della giustizia! — e Manlio cadrà sotto la doppia colpa d’essere stato il ricettatore dei nemici di S. Santità e di avere con criminosa violenza — forzato l’inviolabilità delle carceri pontificie.»
Alla povera Silvia le alto-sonanti parole del porporato — fecero l’effetto della folgore — impallidì — stese le braccia verso la sua Clelia — quindi sentendosi stringere il cuore cadde svenuta.
Procopio agguerrito a questi colpi di scena — non si scosse, anzi ne profittò — chiamò i domestici, ordinò che le donne fossero condotte in altra stanza — e si cercasse con ogni cura di richiamare in sè la svenuta. «Oh! voi non uscirete di qui senza avermi pagato un prezioso tributo.» pensò tra se il lussurioso Cardinale tornandosi a stropicciare le mani — chiamò a sè il Gianni — il quale non