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nimento proprio e del suo protetto — ch’egli amava ogni giorno più — vedendolo crescere vispo, robusto — e bello come un Adone. — Egli non tornava mai a casa senza portare al suo caro qualche cosa che sapeva gradirgli, e certo egli si sarebbe privato del bisognevole, piuttosto che lasciarne mancante il suo giovane amico.

Così durò vari anni — ma Siccio diventava vecchio, alcuni malanni dell’età lo impedivano sovente di recarsi alle consuete occupazioni — e pur troppo — dal Ciceronismo alla mendicità v’è un passo solo. — Accattare era doloroso per l’anima onesta di Siccio —; ma bisognava pur mangiare — e bisognava mantenere il suo protetto.

All’età di quindici anni — Muzio era un tipo di perfezione — gli artisti di Roma che lo videro s’invaghirono delle sue forme — e lo richiesero di stare a modello per loro.

Ciò sollevò alquanto la miseria dei nostri poveri congiunti — ma Muzio che aveva imparato la sua storia — e conosciuta la propria condizione — da Siccio — ripensando alla trama scellerata con cui egli era stato ridotto alla presente poverissima condizione — sdegnava di posare davanti a persone che spesso non conosceva. — Avendo sovente seguito Siccio