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64 | il governo del monaco |
strati — mutilati dall’infanzia — col pretesto di farne dei cantanti. — A capo chino e senza fiatare lo sciagurato aspettava la sua sentenza. »
«Alza quegli occhi di volpe» disse vedendolo intontito il porporato «e guardami in faccia!» E quegli tremante fissava gli occhi sul volto infiammato del suo padrone. «Non saresti dunque capace — birbante — dopo avermi fatto spendere tanto danaro — sotto un pretesto o l’altro di portarmi qui la Clelia?»
«Sì signore» era la risposta di quel manigoldo il quale voleva uscire prima di tutto dalla vista del cardinale e pel resto si affidava alla sua buona stella.
In quel momento — con gran soddisfazione di Gianni che intravide una nuova occasione per essere licenziato — il campanello annunziava una visita — ed un servitore in livrea fattosi avanti:
«Eminenza!» diceva «tre donne, con una supplica chiedono di potersi presentare all’E. V.»
«Entrino» fu la risposta di Procopio — ma a Gianni non fece motto.