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62 | il governo del monaco |
«Andremo dunque:» diceva Silvia finalmente risoluta — ed in mezz’ora eran le donne pronte — ed incamminate verso l’eccelsa dimora del delitto, —
Eran le nove del mattino quando S. Eminenza il cardinale Procopio ministro di Stato — fu avvisato dal Questore del Quirinale — della fuga di Manlio — e del modo violento con cui era stato sottratto. — La furia del prelato fu somma. — Immediatamente ordinò si arrestassero quanti birbanti attendevano alla custodia del Quirinale e delle sue prigioni — e direttori, custodi, ufficiali di guardia, dragoni, birri — tutto quanto si trovava nel palazzo — era posto in arresto per ordine perentorio dello sdegnato ministro. — Poi — dopo aver provveduto a questo primo sfogo fece chiamare Gianni alla sua presenza.
«E come diavolo» gridò apostrofando il Gianni appena fu entrato «non hanno rinchiuso quel maledetto scultore in Castel S. Angelo - — ove egli sarebbe stato al sicuro? — Perchè l’hanno condotto al Quirinaie ove quella canaglia di custodi se l’hanno lasciato fuggire?»
«Eminenza!» rispondeva Gianni «quando si tratta di qualche affare importante come questo. l’E. V. lo affidi a me e non a