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36 il governo del monaco


bicchiere ed ajutato dalla suora, sollevò il capo alla moribonda — che aprì macchinalmente la bocca e bevette fidente od inconscia tutta la pozione.

Un sogghigno di soddisfazione infernale volava dall’uno all’altro viso dei due scellerati — abbandonarono sui cuscini il capo già insensibile della vecchia infelice — si ritirarono quindi tranquillamente a sedere in un angolo della stanza. Quivi Flavia passava nelle mani del prete un foglio; questi — senza leggerne il contenuto, che ben conosceva — volava coll’occhio alla firma, la fissava per qualche momento, poi ripiegando lo scritto, lo intascava con mano convulsa, senza aggiungere altro che un «Sta bene! Voi avrete la vostra ricompensa!»

Era quel foglio il testamento della signora Virginia — madre di Emilio Pompeo — morto sulle mura di Roma; da piombo napoleonico. La moglie di Enrico dopo averlo assistito nella lunga agonia, vinta dal dolore, alla sua volta soccombette — lasciando un bimbo di due anni — unica prole orbata dei genitori, cui rimaneva soltanto l’appoggio della vecchia ava.

Virginia amava ancora il suo Muzio — unico rampollo dell’antichissima stirpe dei Pompei