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462 | il governo del monaco. |
Ma!... la sventura le avea troppo palesemente solcata la fronte — e cert’aria quasi di demenza — si discerneva sul suo viso.
Il canuto — che Giulia non avea voluto abbandonare alla miseria — badava al bagaglio. —
John — colla disinvoltura dei suoi tredici anni — dava mano alle donne nello scendere dal convoglio — poi, avendo scoperto il capitano Thompson con l’Aurelia — che erano là ad aspettarli — d’un salto fu nelle braccia di lei — che lo amava come figlio — quantunque lo giudicasse un po’ troppo biricchino.
«Li ho baciati cadaveri!» mormorò John alla matrona — ed una lagrima rigava la rosea guancia del biondo figlio della Britannia. — Egli accennava ad Orazio ed Irene — che tanto lo avevano amato — ed eran stati i suoi salvatori. —
L’abbracciarsi delle donne — fu scena di pianto che l’una versava sul seno dell’altra — senza poter pronunziare una sola parola.
Dopo avere assistito a quella muta scena per un pezzo — lui pure intenerito — il buon capitano Thompson — alzò il capo e dirigendosi alla sua signora in inglese le disse:
«Lo Yacht è là al molo che aspetta i vostri ordini — se mai desiderate andare a bordo. —