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ultima catastrofe. | 451 |
felici forse più i superstiti che gli amici estinti.
Intanto il lanificio era divenuto un carnaio — poichè riuscivano inutili le ammonizioni dei capi ai popolani — affinchè si tenessero al coperto.
Vi sono dei momenti di parossismo durante la pugna — nei quali la morte perde tutto il suo orrore — e ammiri tale — che sarebbe fuggito dinanzi ad un cavaliere disarmato — non far caso di una grandine fitta di fucilate — che lo prendono a bersaglio.
Accadeva così a quei poveri e valorosi operai. — Non vedevano più il gran numero di truppe che li accerchiavano — non la moltitudine di coloro che sparavano contro il portone — andavano di su e di giù per tutti i versi e senza precauzione — e si facevano miseramente ferire e inutilmente. — Così il numero dei difensori — diradava — ed aumentava quello dei cadaveri e dei feriti. —
Attilio e Muzio presentivano il loro fato — ed erano risoluti di affrontarlo colla pienezza del loro eroismo. — Ma Clelia! ma Giulia! perchè dovranno morire anche esse? — Così giovani, così belle...?
«Va Muzio — diceva Attilio — persuadile finchè c’è tempo ad uscire dalla parte