Pagina:Garibaldi - Clelia.djvu/46

32 il governo del monaco


pio ne sia la Sicilia ove la metà dell’isola apparteneva ai preti e frati d’ogni specie. —

E due erano le principali sorgenti delle ricchezze loro. — La prima proveniva dalle donazioni dei grandi, i quali dopo aver trascinata un’esistenza di delitti — credevano — cedendo al clero una parte dei loro furti — rendere legittimo il possesso dell’altra e sottrarsi al castigo di Dio.

La seconda sorgente di ricchezze i preti la derivavano al capezzale degl’infermi — ove padroni dei loro ultimi istanti, colle paure dell’Inferno e del Purgatorio da loro suscitate — carpivano legati — e bene spesso l’intere eredità dai morenti a pregiudizio dei figli che riducevano senza pietà alla miseria.

Correva il dicembre del 1849. — la Repubblica Romana — sorta dai voti unanimi dei rappresentanti legittimi del popolo — era stata sepolta da alcuni mesi dalle bajonette straniere. I preti ripigliata l’antica possanza — dovevano riempiere le prebende un po’ smunte da quegli eretici di repubblicani — ed il conforto, la cura, il sollievo delle anime dovevano ancora provvedere al conforto — alla pienezza — alla libidine di quei corpi beati!

Erano di poco trascorse le nove — e fittissima era calata la notte sulla piazza quasi