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440 | il governo del monaco. |
stiamo digerendo sta notte — è certo delle più ardue. — Mi consola però che questi nostri Romani — mostrano ricordarsi de’ tempi antichi. —
«Guardali — nessuno impallidisce — tutti sono pronti ad affrontare la morte — comunque essa venga.» —
«Anzi» — rispondeva Orazio: «essi mangiano, bevono, e tripudiano — come se fossero a una passeggiata al Foro — a vuotarvi la foglietta.
«Eppure — ripigliava il valoroso marito d’Irene — essi avranno dura impresa a sostenere — contro tanta canaglia che ci attornia e che aspetta il momento propizio per assaltarci. —
«Dall’aspetto di coloro che abbiamo a fronte — e la cui baldanza aumenta sempre — dal fuoco infernale che ci fanno contro — e dai loro sguardi ed applausi che volgono verso il ponte S. Angelo — v’è da dedurre ch’essi non tarderanno a muoversi contro noi — colle truppe fresche — che ingrossano — di continuo.
«Non dubitare — soggiungeva Muzio — il ferro di questo fucile — sarà ben vermiglio — prima che quei birbanti saltino qui dentro. —