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cucchi e compagni. 431


Alcune delle vecchie carabine da noi conosciute nella campagna di Roma — facevano atto di presenza nelle robuste mani di Orazio — e de’ suoi compagni — e servivano d’efficace aiuto al nudo coltello dei trasteverini. —

Birri, carabinieri, zuavi, dragoni, in un fascio — colpiti da tegole — stoviglie — e arnesi gettati dalle finestre popolane — dalle coltellate del popolo — e da alcune poche carabine e fucili — precipitavano la loro fuga nella Lungara verso Ponte S. Angelo — e vi furono spinti persino oltre il ponte. — Ma questo era infilato da una batteria di cannoni, sostenuta da un reggimento intiero di zuavi — e quando il popolo frammischiato ai nemici che inseguiva si affollò sul ponte — il comandante dei clericali — degno seguace dei Torquemada — ordinò il fuoco — e le sei bocche della batteria — e i fuochi di linea della fanteria concentrati sul ponte — fecero un vero macello di popolo — e di birri.

Che importavano a Sua Santità le membra sparse de ’ suoi fedeli e compri scherani? Il denaro dei traditori dell’Italia era pronto per comprarne degli altri — quel che sommamente importava — era di ammazzare il maggior numero possibile di ribelli.