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428 | il governo del monaco. |
« — torni — noi non gliene faremo un addebito — gli diremo: a rivederci in Roma.» —
«Nella vita e nella morte, noi vi seguiremo» risposero ad una voce quei fortissimi — ed uno solo non se ne trovò che volesse tornare indietro. —
«Non vedo la guida che dovea condurci a Roma — nè alcuno credo sia venuto di là, a darci notizie dell’insurrezione» diceva Giovanni Cairoli al fratello — al ritorno d’una perlustrazione. — Ed albeggiava — ed erano proprio in bocca al lupo — cioè inoltrati fra gli avamposti dei papalini — e col pericolo d’essere assaliti ad ogni momento. —
«Che importa!» — dicea l’intrepido Enrico. — «Noi siamo qui venuti per pugnare — e non torneremo senza aver adempiuto il nostro dovere.» —
A mezzogiorno un messo da Roma annunziava: il moto della sera avanti essere rimasto dubbio — e attendersi notizie ed ordini sul da fare.
Il messo fu rinviato per sollecitare l’azione interna — e annunziare la presenza dei settanta — pronti a correre in ajuto. — Ma nessuna risposta venne — ed alle cinque p. m. scoperti da due compagnie di papalini — ed