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426 | il governo del monaco. |
gione la tirannide materiale — che i ricchi coloni del Sud esercitavano sui loro schiavi — e che avrebbero voluto estendere negli altri Stati dell’Unione. Morale o materiale? è dunque sempre — Tirannide — la causa delle rivoluzioni. — Ed in Roma chi negherà — non ci sia materiale e morale tirannia?
Schifosa tirannide è quella del prete! che prostituisce l’Italia allo straniero — e la vende per la centesima volta! La più depravata delle tirannidi!
Era una notte d’Ottobre — umida, oscura, ventosa — la pioggia avea cessato di grandinare sulla superficie rilucente ed increspata del Tevere. — Le sponde del fiume — fangose e solcate dagli scoli dei campi — dove ogni fosso s’era fatto torrente — non presentavano approdo — o ben difficile.
Erano settanta — in varie barche — armati di revolver e pugnale — con alcuni cattivi fucili. — Il loro abbigliamento era più semplice assai — che non lo comportava la notte fredda e piovosa — ma i settanta sentivano il calore dell’eroismo!
In quella notte Roma doveva insorgere. — Nella città s’erano introdotti molti dei più coraggiosi d’ogni provincia italiana. — I nostri