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seguito del racconto di muzio. 417


«sendo la mia diletta in delicata condizione ed affranta dalle fatiche sofferte — io mi decisi di lasciarla in casa del nostro poeta — insieme alla Maria con cui era divenuta si può dire sorella — d’affetto cementato dalle sventure e dai pericoli passati in comune. —

«Inquieto per altro sulla sorte della mia donna — e conoscendo la malizia del suo persecutore — io mi aggirava colla banda d’Emilio intorno alla tenuta di Lelio — — come la lionessa, quando deposti i suoi piccini si allontana per cercare alimento — ma circuendo sempre il nascondiglio del suo tesoro. — Vi assicuro — che ben diffìcile sarebbe stato ai primi rapitori — il portar via la mia Nanna. — Nella mia custodia erami Tito di non poco giovamento — il quale — pratico di quelle contrade, non aveva voluto più abbandonarmi.

«Ma ove non arriva la malvagità di un prete? — Il Pantano sapendo quanto ardua era l’impresa di portar via la sua preda — ideò di distruggerla — lo scellerato!....

«Vicina al parto — l’infelice giovane — sola, colla Maria inesperta in tali faccende — seguì l’innocente consiglio di Lelio, di chiamare da Castel Guido la levatrice di quel