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418 il governo del monaco.


«Salvata sì portentosamente la mia Nanna — e reduce tra i miei coraggiosi compagni — io avea ragione d’esser contento della mia sorte. — Ma ripeterò il vostro adagio favorito — Capitano: — «La felicità sulla terra esiste nell’immaginazione della gente — ma non è cosa reale» — avete ragione! — troppo presto provai la veracità delle vostre parole.

«Vi ricordate quel prete scellerato della Basilica di S. Paolo — che fingeva d’essere sviscerato amico vostro — ed a cui noi fummo così larghi di simpatie e di favori? — Ebbene! il mostro s’era innamorato della mia Nanna — e mai mi perdonò l’affetto con cui mi ricambiava quell’angelica creatura.

«Don Pantano — con quell’astuzia infernale che distingue la sua setta malefica — era riuscito a guadagnarsi gli animi nella famiglia di Nanna — e ad inviperirli. — I quattro fratelli di lei — come ella mi disse poi — ajutati da altra gente mascherata — e consigliati dal prete volpone — avevano essi eseguito il primo ratto della mia fanciulla in casa Marcello. — Questa volta — dovendo necessanamente allontanarmi co’ miei — ed es-