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seguito del racconto di muzio. 415


«rovina Petilia — da dove si può distinguere chiunque — si avvicini alla tenuta. — Ora; chi viene — è gente nostra — proprio delle tue bande.» — E Marzio. — come non fosse in presenza del suo Capitano — ma nella Campagna Romana — si lisciava con la destra i nerissimi mustacchi.

«Eran proprio dei nostri intrepidi compagni — terrore della sbirraglia pretesca. — Vi lascio pensare, Comandante — qual gioja reciproca c’inondasse nel ritrovarci. — Molte furon le carezze che mi prodigarono — quegli uomini che il volgo crede induriti ad ogni misfatto — e che sono in sostanza — la parte eletta del popolo — insofferente di prepotenze ed ingiustizie. — Quella parte del popolo — che se invece della degradante educazione del prete — ricevesse una vera educazione morale — patriotica ed umanitaria — darebbe all’Italia degli eroi — ed al mondo gli stessi esempi di virtù e di coraggio che davano gli antichi padri nostri.»

E qui tocca a me di ripetere per la centesima volta, che solo i preti furon capaci di ridurre il più grande dei popoli della terra — alla condizione del più umile — del più degradato di tutti i popoli!