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CAPITOLO LXVI.
SEGUITO DEL RACCONTO DI MARZIO.
Giunti all’uscita del sotterraneo, Tito cominciò a spostare alcuni rami di lentischio che ne ostruivano l’entrata — ed uscì il primo — girando lo sguardo per ogni verso — Salvi! — egli finalmente esclamò: — Salvi! sin qui non giunsero i nostri persecutori. — Uscito colle compagne — non potei ristarmi dall’ammirare come un orificio sì angusto ed impercettibile, quando sia ricoperto da’ rami — potesse dare adito a quella spaziosa ed immensa catacomba.
«Castel Guido — io dissi a Tito: — ma non lontano dobbiamo avere la tenuta del nostro poeta pastore? — Sì! rispose egli: a poche miglia — e vi guiderò diritto a quella volta — ove potremo trovare un po’ di riposo — ed un’eccellente ricotta per soddisfare la fame.
«Il sole di Marzo era altissimo sull’orizzonte — quando lasciammo il sotterraneo