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408 | il governo del monaco. |
« — ch’io potevo far assegnamento su lui in un viaggio per quel regno delle tenebre e della morte. —
«Non v’era tempo da perdere: l’alba dovea essere vicina — e molte misure dovevano concertarsi nel convento per assicurare la nostra cattura. — Gente armata dovunque — allo sbocco di ogni uscita del sotterraneo — era il meno che si poteva aspettare di trovare tardando.
«L’acquisto di Tito fu per noi tutti prezioso — egli non solo era pratico del sotterraneo — ma a certa distanza — alquanto a sinistra — egli raccolse parecchie torcie a vento — e le distribuì alla comitiva. — La precauzione del mio compagno fu ben utile — poichè il mio piccolo cero era sul finire e la lanterna del birro — non aveva olio sufficiente per continuare un lungo viaggio sotterra.
«A destra del punto ov’egli aveva trovato le torcie — Tito mi mostrò mi chiarore — e mi disse: «quell’apertura mette nel giardino del convento — e passata che sia. siamo fuori di pericolo.»
«Camminammo — camminammo — certo ben due ore — per un sotterraneo tagliato a scalpello nel tufo — di cui — come sa-